Perché la mia pianta sta soffrendo? Cause e rimedi per salvarla
Sia che si viva in un appartamento o che si abbia un giardino, a chi non è mai capitato di doversi prendere cura di una pianta? Nella maggior parte dei casi, soprattutto per i poco esperti, l’idea è che un’irrigazione costante e la presenza di luce siano sufficienti per mantenerla in salute. La vita di un vegetale non è però così semplice e può capitare che da un momento all’altro ci ritroviamo a vedere la nostra piantina soffrire senza un apparente motivo. Le cause potrebbero essere di diversa natura ma quasi sempre con qualche accortezza possiamo salvare la nostra pianta. Vediamo di seguito alcuni consigli utili da seguire.
Scegliere il terriccio più adatto
Scegliere un terriccio di bassa qualità si ripercuote in modo drastico sulla salute delle nostre piantine. Potremmo infatti notare perdita delle foglie, attacchi di parassiti, marciume delle radici e rallentamento nello sviluppo. Stiamo infatti parlando della materia prima che dovrà accogliere la pianta fino alle sue radici ed è fondamentale che contenga sufficienti nutrienti e una concimazione di base per l’adattamento, in particolare durante le prime settimane di vita. Ciascun tipo di pianta necessita quindi di un terriccio con caratteristiche specifiche e in particolare un fattore da non sottovalutare è il valore del PH che generalmente deve essere compreso tra 5,5 e 6,5. In conclusione, un ambiente di crescita ottimale è il primo passo per assicurare alle nostre piantine una vita lunga e rigogliosa.
Capire quando e come rinvasare
Un vaso troppo piccolo o pieno di radici nel fondo può causare il mancato sviluppo della pianta che non crescerà in maniera ottimale. Generalmente il primo rinvaso va effettuato entro pochi giorni dall’acquisto della pianta poiché spesso il contenitore vivaistico è di dimensioni non sufficienti alla crescita. Per capire se è il momento più corretto per rinvasare occorre semplicemente verificare lo stato delle radici. Se queste fuoriescono dai fori sul fondo del vaso, significa che è giunto il momento di mettere la pianta in un contenitore più ampio. Al di là di questa verifica visiva, mediamente è consigliato effettuare il rinvaso ogni anno, soprattutto nei primi tre anni di vita, preferibilmente nel periodo primaverile.
Scegliere la giusta esposizione alla luce
Effetti come una crescita insolitamente alta e irregolare del fusto che resta comunque esile, la presenza di foglie pallide, bruciate, marroni o secche possono essere il risultato di una scorretta esposizione alle fonti luminose. La luce fornisce infatti l’energia necessaria alla fotosintesi clorofilliana, permettendole infine di espellere ossigeno. Carenze o eccessi di luminosità possono quindi alterare questo processo, ostacolando e compromettendo le autodifese e la salute della pianta. È bene quindi posizionare la nostra pianta in zone in grado di prevenire scompensi luminosi. In particolare, in estate è preferibile evitare l’esposizione diretta a Sud nelle ore più calde. Al contrario in inverno, in assenza di luce diretta è preferibile sovraesporre la nostra pianta alla luce, impedendo se possibile eventuali schermature artificiali.
Comprendere il giusto fabbisogno di acqua
A volte l’eccessivo apporto di acqua può causare gli stessi danni derivanti dall’incuria. Un primo segnale che ci può far riflettere è lo stato delle foglie. Si può infatti notare già da una prima occhiata come il loro colore cambi e passi da un verde lucido a tonalità più chiare tendenti al giallo, accompagnate dalla comparsa di piccole macchie marroni. In questo caso è buona regola ricordare che non esiste una regola standard per annaffiare le nostre piante poiché ogni specie ha le proprie esigenze che variano in base alla tipologia e all’ambiente in cui vive. A volte infatti nonostante la superficie del terreno possa apparire asciutta, la parte sottostante potrebbe risultare ancora umida e un ulteriore apporto di acqua porterebbe a marciumi e asfissie delle radici. In casi come questi non tutto è perduto e, grazie ad un intervento mirato, possiamo salvare la nostra pianta. Innanzitutto vanno sospese le innaffiature per permettere al terreno di asciugarsi completamente. Se tuttavia notiamo un terriccio eccessivamente bagnato sarà opportuno procedere con la sostituzione di quest’ultimo e il rinvaso della pianta. In un secondo momento va verificato che non si siano formati ristagni e nel caso ci fossero è bene riempire i sottovasi di argilla espansa così da permettere un drenaggio ottimale. Una volta prese le dovute contromisure per risolvere i danni derivanti dall’eccessiva irrigazione, la nostra pianta dovrebbe poter tornare rigogliosa come prima.
Verificare la presenza di parassiti
Alcuni tra i principali segnali che la nostra pianta è stata attaccata dai parassiti possiamo trovarli semplicemente osservando lo stato delle foglie. Se infatti notiamo uno strano scolorimento, arricciamento, la presenza di fili sottili o ancora piccoli animaletti attaccati alla foglia, significa che abbiamo a che fare con un’infestazione da parte di un qualche parassita. In questo caso è fondamentale agire rapidamente e allontanare quanto prima la pianta infetta dalle altre, cos’ da evitare che la malattia si propaghi. In un secondo momento andranno rimosse, ove possibile, le foglie rovinate e pulire le altre con prodotti specifici. In natura esistono una miriade di tipologie di insetti e funghi in grado di danneggiare la nostra pianta quindi, nel caso non riuscissimo a riconoscere il tipo di parassita, è sempre bene ricordare di rivolgersi a professionisti del settore che sapranno consigliare il giusto insetticida o fungicida da utilizzare.